La pesca è un’attività commerciale e sportiva che da millenni fornisce cibo alle popolazioni insediate presso mari,laghi o fiumi. Essa consiste nella cattura del pesce utilizzando strumenti di vario tipo. La pesca si distingue in pesca sportiva, che è uno sport che può essere praticato sia in corsi d’acqua dolce che in mare ed è molto diffusa in diverse regioni italiane attraverso circoli di appassionati e pesca commerciale che si svolge principalmente con il motopesca (pescherecci) che servono essenzialmente per le attività di pesca commerciale (cattura di pesci e altra fauna ittica per la vendita). La pesca commerciale si suddivide secondo i sistemi di pesca a strascico di fondale, circuizione, reti derivanti, palangri, troller, draghe, nasse e gabbie ed acquacoltura.
L’acquacoltura o acquicoltura, è la produzione di organismi acquatici, d’acqua dolce ed acqua salata,principalmente pesci, crostacei e molluschi, ma anche alghe, in ambienti confinati e controllati dall’uomo. A seconda del tipo di allevamento, questi ambienti vengono denominati: peschiere, vivai, valli da pesca o stagni.Le evidenze di attività di acquacoltura da parte dell’uomo risalgono già al 6000 aC. La prima attività commerciale di acquacoltura è stata fondata nel 1864. Il tasso di crescita della produzione di acquacoltura nel mondo è stato elevato, con una media circa l’8 per cento annuo per oltre trenta anni, mentre le catture da pesca selvaggia sono state sostanzialmente ferme nell’ultimo decennio.
L’attenzione per la salvaguardia dell’ambiente nell’acquacoltura include la gestione dei rifiuti; gli effetti collaterali degli antibiotici; la competizione tra gli animali d’allevamento e selvatici e l’utilizzo di altri pesci per nutrire pesci carnivori più commercializzabili. Tuttavia, la ricerca e il miglioramento dei mangimi commerciali nei decenni degli anni ’90 e 2000 hanno ridotto molto l’impatto dell’acquacoltura sull’ambiente.